16 gennaio 2018

Presa diretta - Il tema degli appalti pubblici

La puntata di Presa diretta su corruzione e appalti pubblici, “Appalti fuori controllo”, comincia con la Salerno Reggio Calabria, emblema di come non bisogna gestire la spesa pubblica: oggi si chiama autostrada del Mediterraneo, inaugurata dopo decenni dall'avvio ai lavori.
Lavori inquinati dalla presenza della ndrangheta, dalla corruzione, da lavori fatti male.
Come la galleria killer, dove sono avvenuti due incidenti simili: lavori collaudati nel 2009, mentre c'era un muretto che non doveva esserci, su cui si è schiantato un ragazzo, Domenico Napoli.

Dopo 4 mesi dall'incidente di Domenico, altri 4 ragazzi sono morti sullo stesso muro: niente luci, niente guardrail. Solo dopo il secondo incidente Anas ha messo in sicurezza la galleria e ora c'è un processo a 13 persone che hanno realizzato questa galleria.

Alessia Candito, giornalista, chiama la Salerno Reggio Calabria il corpo del reato più lungo del paese: da una serie di inchieste sulla criminalità organizzata e ordinaria emerge un controllore vicino al controllato e non ai cittadini, che sono i committenti.
Colpa di come sono gestiti gli appalti.
Colpa di come sono fatti i lavori.
Colpa di come non sono fatte le manutenzioni: come per i ponti crollati in Brianza nel 2016 e precedentemente in Liguria, in Sicilia (il ponte Scorciavacca crollato dopo l'inaugurazione).
Tratti di strade o di viadotti che crollano dopo essere inaugurati o al termine dei lavori.

Abbiamo bisogno di investimenti per mettere in sicurezza il nostro patrimonio infrastrutturale: in questi ultimi anni spendiamo solo 200ml di euro l'anno, molto poco.
Insomma, abbiamo bisogno di lavori pubblici per far ripartire l'economia ma abbiamo un sistema di appalti che è pieno di buchi.
Troppe stazioni appaltanti, troppi sprechi negli appalti (30miliardi di euro l'anno), su un totale di 115 miliardi, il 7% del PIL.

Come possiamo sradicare il problema della corruzione negli appalti pubblici?

Salerno Reggio Calabria: il viadotto sul fiume Mesina è oggi oggetto di indagine, perché opera potenzialmente a rischio.
Il fiume che passa sotto il viadotto, scava le fondazioni dei piloni: nello studio idrogeologico doveva essere studiato l'effetto del fiume sul ponte. Come hanno potuto progettare questi viadotti?
La procura di Vibo Valentia ha scoperto che mancava l'autorizzazione dell'autorità di bacino, ovvero non è stato fatto nessuno studio idraulico da parte dell'Anas.
Questo ente sa come e dove realizzare le opere sui territori, specie quelli a rischio: i quattro viadotti sono stati realizzati senza rispettare in modo legittimo la legge.

Carlo Tansi, responsabile della Protezione civile non ha mezzi termini: è un'opera abusiva, è assurdo che si costruisca laddove c'è il rischio che la gente possa morire.
Anche l'azienda che ha vinto l'appalto era consapevole dei rischi e aveva infatti incaricato un consulente esterno che aveva espresso i suoi dubbi, su questo progetto carente.

Il responsabile dell'Anas, Ferrara si è nascosto dietro l'indagine in corso: “comunque non c'è un rischio per chi percorre la strada”, rassicura.
Stiamo parlando di Anas, un colosso dei lavori pubblici, che gestisce 60mila km di strade sul territorio.

Il principale indagato dell'inchiesta è un costruttore bergamasco, Cavalleri: l'inchiesta è partita da un controllo che ha portato ad una serie di controlli da parte della Finanza sulla ditta.
Sono emersi problemi di cattivi materiali, sovraspese per materiali non usati (13ml su un appalto da 60ml, su una gara vinta col ribasso del 30%).
Si risparmiava sui progetti per lucrarci sopra, fatto confermato anche dal direttore dei lavori.
Quel tratto di strada è potenzialmente a rischio anche per la qualità dell'asfalto: in pochi anni sono stati registrati 14 incidenti in quei 9km di strada della Sa-Rc.
Anas è responsabile per i controlli non fatti o non approfonditi: l'avvocato difensore di uno degli indagati dell'Anas parla di solitudine dei controllori, che non hanno competenze per verificare tutto...
Ma allora come possiamo fidarci dei lavori fatti?

Oggi la Cavalleri SPA è in concordato preventivo, il titolare è stato arrestato nel 2017 e oggi è ai domiciliari.

Ci sono state nel passato altre inchieste su Anas, i suoi uffici centrali, come quello sulla “dama nera”, che preparava gli appalti su misura per imprenditori con pochi scrupoli.

Ma ci sono anche costruttori coraggiosi come Gaetano Saffioti che, con le sue denunce contro la ndrangheta, ha fatto arrestare 48 persone.
Si è ribellato alla tassa mafiosa e, anche per dare un segnale di libertà al figlio, ha detto basta alle pressioni degli ndraghetisti.
Ma dopo le denunce la sua impresa ha smesso di lavorare in Calabria e anche in Italia, per fortuna nel resto del mondo ha decuplicato il fatturato.
C'è un problema in Calabria e anche in Italia: c'è un sistema che non funziona, dove ci si mette d'accordo sui lavori, su chi deve vincere.
L'autostrada A3 non è finita ed è stata fatta male, è stata fatta cioè per essere ricostruita: lavori che devono essere continuamente rifatti.
Calcestruzzo depotenziato, strutture insicure strutturalmente.

LE inchieste sui lavori del Terzo Valico hanno riguardato direttamente il general contractor, i cui vertici sono stati azzerati.
La procura di Genova ha intercettato costruttori e dirigenti di Cociv, il general contractor della Milano Genova: gli appalti si vincevano grazie alle escort, alle solite buste coi soldi.
Il GICO ha usato le intercettazioni con cimici, per il lavoro di indagine che è durato tre anni: appalti per 3 miliardi di euro, di cui 800 ml finiti in mazzette.
Significa lavori che non finiscono ai migliori, appalti per lavori fatti male: dietro Cociv ci sono grandi nomi delle costruzioni, come Salini e Impregilo.
In questi lavori è alto il rischio che si crei un cartello tra imprese per far fuori i concorrenti.

Oggi i lavori di Cociv sono decisi da commissari che vivono in clausura, senza possibilità di contattare persone verso l'esterno: a questo si deve ricorrere per fare lavori fatti bene in Italia.
Ma possibile che non si possa in modo diverso?

Per legge, il general contractor ha facoltà di nominare il direttore dei lavori, il controllore dei lavori. Controllo che doveva essere fatto anche da Ferrovie dello Stato.
Ma anche loro, come per Anas in Sicilia, non avevano sentore di nulla.

Le aziende private pagheranno i ritardi, certo: ma i lavori continueranno con la Cociv.
La legge obiettivo è figlia di Lunardi e Berlusconi, nel 2001: l'idea era affidare ai general contractor enorme potere per consegnare le opere chiavi in mano allo Stato.
Una legge criminogena l'aveva definita Raffaele Cantone e oggi lo dice il collega Corradino: il controllo sui lavori della Legge Obiettivo è inefficace, il general contractor è in palese conflitto di interesse.

Lunardi oggi si difende dicendo che se avessero mano alla legge avrebbero ritardato i lavori, mentre era compito di Anas e Ferrovie dello Stato fare opera di sorveglianza.
Peccato però che le 126 opere pubbliche (dal costo di 125 miliardi) della Legge di Lunardi non si siano realizzate: tra queste c'erano la Torino Lione, il Ponte sullo Stretto e la Salerno Reggio Calabria e la Metro C a Roma.
Tutte opere non completate o in ritardo.
E i costi di queste opere sono pure lievitati in modo abnorme: sono tutti costi sulle spalle degli italiani di domani, non sulle spalle dei Lunardi del caso.
L'elenco delle opere incompiute è oggi salito a 762 opere...

Il ministro Delrio ha riformato il codice degli appalti: meno stazioni appaltanti con dentro gente competente, un limite alla regola del massimo ribasso (per le gare sopra 2 ml di euro).

Il risultato è che oggi molte gare sono sotto la soglia dei 2 ml, magari spezzettandole, dunque ancora col massimo ribasso: sono opere fatte male e nemmeno si risparmia perché poi le imprese si rifanno con le modifiche in corso d'opera.

Altro problema è che mancano i decreti attuativi, come quelli che dovevano ridurre le stazioni appaltanti con personale adeguato (ingegneri e avvocati): stiamo ancora perdendo tempo e il codice degli appalti potrebbe essere un'occasione mancata.

Il professor Piga, dell'università di Tor Vergata vede proprio nel sistema degli appalti uno dei problemi del paese, per la scarsa competitività, per la scarsa qualità dei lavori, per i costi extra per lo Stato.
LA spesa pubblica improduttiva negli appalti, come quella che deriva dalla corruzione, doveva essere oggetto di seria spending review.
Si parla di 30miliardi di euro di sprechi, l'87% di questi è dovuto alla incompetenza, il resto alla corruzione: sarebbe una buona politica, se ci fosse una vera politica per una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese, oneste.

L'OIGE è l'ente di ingegneria che analizza i bandi del pubblico: un bando su due è fatto male, hanno rilevato. Significa ricorsi, ritardi, inefficienze.
Colpa del principio per cui, in Italia, si fanno i lavori pensando alle spese su cui mangiarci sopra, senza fare una vera fase di progettazione – dice Italia Sicura, commentando i lavori presentati nella città metropolitana di Roma.
Non ci sono competenza per fare i capitolati, per fare delle ispezioni: sono lavori che non si insegnano nemmeno nelle università.

Serve avere negli enti appaltanti personale tecnico e preparato – spiega il professor Valducci, dell'università di Firenze: si impara a lavorare per affiancamento, ovvero si reiterano gli stessi errori del passato.

Il confronto con la Germania: gli appalti sono 444miliardi, il 20% della spesa pubblica, questo paese è al settimo posto nella classifica di Transparency International e chi lavora nelle stazioni appaltanti ha studiato per fare quel lavoro.
La differenza con la Germania la fa la formazione, nell'università di Kehl, nella scuola dei “sindaci”, per la formazione degli amministratori pubblici dove c'è l'alternanza tra scuola e lavoro, nelle amministrazioni.

Anche in Germania ci sono scandali, come i lavori lunghi per l'aeroporto di Berlino: qui chi sbaglia paga, in Germania l'11% della popolazione carceraria è composto da corrotti (in Italia siamo allo 0, qualcosa per cento).
In Germania non conviene essere corrotti o corrompere: la prescrizione non falcia i processi come succede da noi.

L'intervista al ministro Delrio

Siamo a buon punto sui decreti attuativi (siamo a sei-sette), Palazzo Chigi sta revisionando il punto sulle stazioni appaltanti, che saranno sotto le 5000 (oggi sono 35mila).
Molto dipenderà da come le amministrazioni si adegueranno al decreto.
Ma un punto su cui il ministro tiene molto è l'essere arrivati a gara con un progetto vero, esecutivo e questo ha stimolato le società di progettazione: quest'anno Anas farà 80ml di lavori in progettazione.

I lavori al massimo ribasso: il governo ha aumentato la soglia da 1 a 2 ml sul massimo ribasso (un'anomalia italiana) per accompagnare le modifiche.
Chi sta boicottando la riforma?
LA legge è stata avversata perché richiede trasparenza, è contro la corruzione, come ha rilevato anche l'Anac di Cantone.
Ma la vera innovazione è togliere di mezzo la burocrazia: a Melzo l'appalto della scuola è stato fatto in modo completamente digitale, usando un sistema studiato dal Politecnico di Milano, già in uso negli Stati Uniti.

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