07 febbraio 2018

Quelli che delinquono gli altri

A Bolzano Casapound ha fatto un'irruzione in un ospedale che accoglieva i migranti e senzatetto.
A Macerata oggi sfileranno le destre per denunciare le violenze degli immigrati, l'invasione, la barbarie e via discorrendo con le loro farneticazioni.
Il sindacalista della SAP, Tonelli, poliziotto e candidato della Lega, ha usato la metafora degli autovelox che ogni tanto qualche bravo italiano sradica perché esasperato (giustamente, dice il poliziotto), per descrivere la situazione degli italiani altrettanto esasperati dagli immigrati.

Chi spara sugli stranieri è come chi, arrabbiato per le multe, danneggia gli autovelox: 'Voglio fare un'analogia che non è assolutamente forzata - dice Tonelli - ma sono gli stessi segnali di insofferenza'.
Ecco, questo è il bel clima, in cui la caccia all'immigrato è diventato il piatto forte di una campagna elettorale molto monotona. Dove non si parla di lavoro, di ambiente, di salute, di modelli industriali, di modelli di agricoltura (ma per fortuna c'è Presa diretta il lunedì).
Il tema dell'immigrazione, con pochi distinguo, mette tutti d'accordo, un po' come le larghe intese future. 
Abbassiamo i toni, chiede il sindaco PD di Macerata, abbassiamo i toni: così alla fine si sentirà solo la voce dei fascisti e della destra xenofoba.
E così nessuno ricorderà che quelli che loro chiamano clandestini sono frutto delle politiche sull'immigrazione volute dal centrodestra. Che i centri di accoglienza sono benedetti a sinistra ma anche a destra (il Cara di Catania, per esempio da Maroni).
L'immigrato delinquente nasconde la morte di Pamela, per overdose, scappata da un centro dove avrebbe dovuto disintossicarsi: la persona arrestata, di cui Traini, lo sparatore di Macerata, voleva vendicarsi, è forse solo responsabile dell'occultamento del cadavere del suo smembramento.

Tutto questo però nasconderà altri delitti, di cui ogni tanto la cronaca è costretta ad occuparsi: la retata di ieri nei confronti dell'associazione a delinquere composta da avvocati e magistrati, per aggiustare le sentenze e per depistare le indagini sulla (presunta)corruzione che coinvolge l'Eni.
Un pm di Siracusa, l'avvocato dell'Eni, il finto complotto contro Descalzi, un giudice del Consiglio di Stato per sistemare delle sentenze.

No, meglio non scoperchiare il pentolone del marcio potere italiano.
Di chi gestisce dall'alto il traffico di droga a Roma e nelle altre città italiane.
Meglio fermarsi agli immigrati che delinquono, alla bomba sociale, alle bombe sparate dai candidati fino al 4 marzo.

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