18 luglio 2012

Lo spettro, Joe Nesbo


L'incipit (qui il link):
"Le strida la chiamavano. come lance sonore penetravano tutti gli altri suoni serali del centro di Oslo: il ronzio ininterrotto delle auto fuori dalla finestra, la sirena lontana che aumentava e diminuiva di intensità, le campane che avevano appena cominciato a rintoccare nelle vicinanze. Proprio a quell'ora, verso sera, ed eventualmente poco prima dell'alba, usciva in cerca di cibo. Passò il proprio naso sopra il linoleum sudicio della cucina. Rilevava gli odori e con velocità fulminea li suddivideva in tre categorie: commestibile, minaccioso o irrilevante per la sopravvivenza."
Benvenuto agli inferi, Harry Hole.
E questa volta, gli inferi sono quelli della dipendenza dalle droghe, dello spaccio, della criminalità legata al traffico di droghe, nella civilissima Oslo.
Città in cui Harry ritorna, dopo aver passato 3 anni a Hong Kong nell'attività di recupero crediti in cui, anche grazie alla lunga cicatrice sulla guancia sinistra (regalo della passata indagine raccontata ne Il leopardo), era molto portato.

Ma ora deve tornare nella sua città, dove scopre che "tutto era nuovo, nulla era cambiato", perchè il suo figlioccio Oleg, figlio della sua compagna Rakel, è stato arrestato per omicidio.
Un caso semplice: la polizia l'ha già archiviato come regolamento interno al mondo dei tossicodipendenti.
Il suo Oleg, il ragazzo che aveva cresciuto, si era allontanato dalla famiglia: assieme al ragazzo morto, Gusto Hanssen e alla sua sorellastra Irene, aveva messo in piedi un piccolo gruppo che smerciava, nelle strade della città, la nuova droga, la violina, che tanto successo sta riscuotendo tra i consumatori.

E dentro il mondo dei consumatori deve andare ad indagare, Harry, cercando anche l'aiuto dei suoi ex colleghi dentro la polizia: come Beate Lonn (capo dell'unità scientifica), Gunnar Hagen il capo dell'anticrimine.

La sua caccia lo porta sulle tracce di un fantomatico capo della banda che ha preso il predominio nello smercio della droga nei quartieri di Oslo: lo chiamano Dubai (richiamando il nome della località che compare sulle magliette dell'Arsenal, indossate dai suoi "cavalli"), o anche il vecchio. E' una specie di fantasma, nessuno sa il suo vero nome nè dove si trovi. Forse arriva dall'est europeo.

Ma la lotta alla droga è anche un ottimo argomento per la carriera politica di personaggi che intendono salire i gradini delle gerarchie del potere (nel comune, o nel corpo di polizia): perchè se è vero che le strade della sua città sembrano più pulite, è anche perchè ci sono stati degli accordi perversi tra chi delinque e chi invece dovrebbe reprimere la delinquenza:
La norvegia è un piccolo paese da fiaba. Però io ho trascorso gli ultimi anni nel mondo reale, Skoyen. E il mondo reale è governato da due tipi di persone. Quelli che vogliono il potere e quelle che vogliono i soldi. Il primo tipo vuole una statua, il secondo il piacere. E la valuta che usano quando fanno gli affari tra di loro per ottenere ciò che vogliono si chiama corruzione.
- Ho degli impegni oggi, Hole. Dove vuoi arrivare?
- Là dove evidentemente altri non hanno avuto la fantasia o il coraggio di spingersi. Se si vive a lungo in una città, si finisce per vederne la situazione come un mosaico di particolari ben noti. Ma uno che torna in questa città e non conosce i particolari, vede soltanrto il quadro. E il quadro è la situazione di Oslo che favorisce due parti. I pusher che hanno avuto il mercato tutto per sè e quei politici cui è stato attribuito l'onore del repulisti.
- Stai dicendo che io sono corrotta?

[pagina 270]
Lo spettro è un racconto crudo, violento, veloce, con una finale che cresce come tensione e colpi di scena: Harry sa che nella sua lotta per salvare i suoi cari (Oleg dal carcere e Rakel dal dispiacere di vedere il figlio in carcere) ha poco tempo. Perchè Dubai, il vecchio fantasma inafferrabile, si è messo sulle sue tracce per fermarlo.
Il rapporto padre figlio, la fuga sai propri fantasmi (come la dipendenza dal whisky, il Jim Bean) ma anche la consapevolezza di non poter sfuggire al proprio destino: non aspettatevi redenzione o la vittoria dei buoni, all'ultima pagina.

Le ultime parole, i pensieri del morto, che attraversano tutto il libro ...
"sono più solo di quanto sia mai stato.
Le campane hanno smesso di suonare.
Credo di essere riuscito a raccontare questa storia.
E non sento più neanche dolore.
Ci sei, papà?
Ci sei, Rufus? Mi hai aspettato?
A proposito, ricordo una frase del vecchio. La morte libera l'anima. Libera l'anima, cazzo. Io non ne so un cazzo di niente. Staremo a vedere."


Il link al primo capitolo in formato pdf.

Il book trailer (da Repubblica):


La scheda del libro sul sito di einaudi.
Il link per ordinare il libro su ibs.
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